E’ la prima tappa annuale ARI (Audax Randonneur Italia) del circuito “Girorando nel Nordest” e come tale ci si aspetta una bella pedalata tra il Parco dei Colli Euganei e i Colli Berici. Insomma, qualcosa di tranquillo, giusto per iniziare la stagione all’aria aperta.
Ma vi posso assicurare che non è proprio cosi!
I primi 35 chilometri volano che è un piacere nella pianura tra Rampazzo e Tramonte, tanto che ad un certo punto mi chiedo se ci siano salite, oppure no. Ma neanche il tempo di terminare il pensiero che arrivano sei fucilate a suon di watt e battiti del cuore fuori soglia.
«Vabbè dai, il peggio è passato in termini di percentuale di pendenza!» penso.
Ma da Este a Calaone la salita continua. Accompagnata però da un panorama mozzafiato che a tratti ti permette di fantasticare immerso nelle gesta ciclistiche dei primi anni ‘900. Quando l’importante era pedalare, soffrire e ancora pedalare. Ma con passione, rincorrendo un sogno.
E poi via, in quel collegamento di 30 chilometri quasi piani che permettono di raggiungere i Colli Berici.
Dai forza, adesso si sale!
Si, si sale e si sale e si sale e la pendenza inizia a infastidire e irritare la mia voglia di spingere in questi pedali maledetti! Ponte di Barbarano, Barbarano Vicentino e infine la rampa che attraverso l’eremo arriva in cima a San Donato.
Salita, sofferenza, voglia di fermarsi! Ma poi sei li che pedali, si con sofferenza, ma anche in libertà. Immerso nella natura, in questi splendidi paesaggi dove spesso si possono intravedere e attraversare castelli, ruderi, chiese e monumenti di un tempo che ci ha cresciuti.
E poi di nuovo giù, in discesa verso San Germano dei Berici fino al ristoro nell’abitato di Alonte.
Due panini, qualche bicchiere di Coca Cola, una banana. E’ semplicemente il giusto compromesso per placare la stanchezza e ripartire di slancio (come citava una nota pubblicità).
Da questo punto in avanti è un continuo salire, magari impercettibile in un primo momento. Ma alla fine sono 50 chilometri tra l’1 e il 3 percento con all’interno tre salite che si fanno sentire, non tanto sulla testa (stanca) ma sulle gambe (finite).
Ma poi arrivi a Vicenza! E come per magia, la stanchezza lascia spazio all’emozione. Sarà che mancano poco più di venti chilometri per tagliare il traguardo. Vuoi che l’arte architettonica che si incontra lungo la strada è a dir poco unica. Mettici anche la passione per la bicicletta.
Insomma, alla fine sono stati 200 chilometri che mi hanno fatto capire quanto è bello soffrire in sella alla propria bicicletta!
Si, perché non è una sofferenza snervante, ma bensì qualcosa che fa bene alla testa e al cuore.
Sai di essere te, solo, senza rivali ma con tanti amici uniti da due cerchi e una catena.
Concludendo: pollice alto per la prima tappa del “Girorando nel Nordest 2022“. Ecco, magari qualche salitina in meno, ma anche se resta così va benissimo!